Password 101
Cosa rende una password una buona password? E dove conviene custodirle per tenerle al sicuro da occhi indiscreti? Vediamolo insieme
In parole semplici
Immaginiamo di avere tante chiavi che aprono tante porte diverse: una per la porta di casa, una per la cantina, una per la cassetta della posta, il garage, la macchina, la porta dell’ufficio ecc.
Immaginiamo ora invece tante copie della stessa chiave, che ha la capacità di aprire tutte le cose elencate prima. Come se le serrature fossero tutte uguali.
Cosa succede quando perdiamo una chiave? Nella peggior delle ipotesi, nel primo esempio dobbiamo sostituire una serratura. Nel secondo, invece, dobbiamo sostituire tutte le serrature. Prima regola per una buona password: avere tante password.
Se pensate che una password non sia importante quanto la chiave di casa vostra, provate a pensare a cosa succederebbe se qualche malintenzionato entrasse anche solo in un vostro profilo social: potrebbe cancellare tutti i vostri contenuti, spacciarsi per voi, pubblicare contenuti vietati dal regolamento, vedere i vostri dati sensibili come il numero di telefono e, il danno maggiore, leggere e salvare tutte le vostre chat private. Non proprio cose da poco.
Una cosa molto importante è anche dove lasciamo le chiavi. Mettiamo che, entrando in un bar, il barista ci dica: “se non vuoi rischiare di perdere le chiavi, te le posso tenere io nel retro”. Senza contare che non potremmo mai sapere cosa possa effettivamente farci o non farci, perché di preciso dovremmo dare le nostre chiavi a uno sconosciuto? Per la stessa ragione, perché mai dovremmo usare strumenti che salvano le nostre password nella nuvola (o cloud), ovvero uno spazio internet? Questo vale sia per alcuni password manager che per tutti i moderni browser (Chrome, Firefox, Edge). E per Google.
In questo capitolo vediamo insieme più modi per costruire delle buone password, tenerle “in tasca” e persino ingannare chi dovesse riuscire ad accedervi.
Cosa fare
ATTENZIONE: dato che si parla di password e carte di credito, si invita a non seguire queste procedure con persone di cui non vi fidate nei dintorni
Rimozione password da internet
Per prima cosa, sbarazziamoci di eventuali password salvate sul profilo Google andando qui. Se non ne abbiamo, ottimo; in caso contrario, invece, armiamoci di carta e penna (quindi no, fare un documento sul PC non conta come “carta e penna”) e clicchiamo su un qualsiasi sito nella lista.
Per questioni di sicurezza, Google ci chiederà la nostra password Google. Inseriamola e ci troveremo in una pagina simile
La password è nascosta, quindi per leggerla premiamo sull’icona dell’occhio barrato. Una volta resa visibile, scriviamo sul foglietto:
- nome sito
- nome utente
- password
Dopodiché, premiamo su Elimina. Ripetiamo questo passaggio per tutti i siti, nessuno escluso. È di fondamentale importanza tenere traccia di ogni sito per ciò che vedremo in futuro, quindi conserviamo con cura il foglietto.
Inoltre, ancora più importante delle password, assicuriamoci di non avere i dati della nostra carta di credito salvati su Google andando qui e, se utilizziamo Chrome, andando qui. Nel primo caso basta premere su “rimuovi”, nel secondo caso disabilitate l’opzione “Salva e compila i metodi di pagamento”.
Browser internet
Tutti i browser moderni si offrono di salvare le nostre password quando le inseriamo: se usate Chrome le trovate qui. Se usate Firefox qui premendo sul tasto “Credenziali salvate”.
Prima di rimuoverle, segniamole su un foglietto come abbiamo fatto con Google qui sopra.
Password manager
Lo stesso discorso vale per chi utilizza un password manager come Keepass (se non sapete di cosa stiamo parlando, tranquilli: non ce l’avete).
Regole per una buona password
Vediamo ora, invece, le regole da seguire per una password sicura:
- Almeno 8 caratteri di lunghezza
- Utilizzare lettere maiuscole, minuscole, numeri, e simboli
- Non utilizzare variazioni del nostro nome, cognome, data di nascita, squadra preferita, eccetera
- Non utilizzare una parola comune (ad esempio “ciao”)
- Cercare di usare sempre password diverse
- Una password formata da 3-5 parole è più facile da ricordare e più difficile da violare rispetto a una singola parola scritta in modo strano
- Se rima è più facile da ricordare
Quindi, per esempio, “FaggioPorcospinoNatura5” è più sicura di “P4$$w#rxD”.
Inoltre, prima di utilizzare una password, assicuriamoci che questa non sia già nota in qualche database. Per farlo, c’è il sito Have I Been Pwned (la password non verrà inviata né memorizzata dal sito, tranquilli).
Dove tenere le password
Iniziamo da dove NON tenerle:
- su un post-it incollato sullo schermo (molto comune negli uffici)
- su un documento sul PC
- sulla nuvola
Le scelte sono 3:
Cartaceo
Se non siete pratici con la tecnologia, il posto più sicuro è un foglio di carta. Un quaderno, un’agenda, un foglio volante, poco importa: l’importante è tenerlo al sicuro. Annotate quindi tutti i siti che avete frequentato con i rispettivi username, ma aspettate ancora un attimo a segnare le password (vi spiegheremo come camuffarle qui sotto).
In locale con KeePassX
Invece, se avete dimestichezza con il PC e avete misure minime di sicurezza come una password allo sblocco, potete usare KeePassX che è un password manager locale. Le vostre password, in poche parole, vengono salvate su un file sul vostro PC. Il tutto protetto da una password generale, così dovete ricordarvene solo una. Segue una GIF - con una password ovviamente troppo corta, giusto da esempio.
Sulla nuvola con BitWarden
Con Bitwarden ci troviamo davanti a un bivio: se siete utenti davvero avanzati, la soluzione più sicura è il selfhosting (basta un Raspberry Pi o simile).
Se invece non potete proprio farne a meno e volete barattare un po’ di sicurezza per più comodità sulla nuvola, BitWarden è probabilmente il più affidabile sulla piazza (per chiarirci: anni luce in avanti rispetto alle password salvate su Chrome). Vi basta farvi un profilo e, anche qui, ricordare una password unica per accedere a tutte le altre, da dove volete. C’è sia la versione gratuita che quella a pagamento. Vi invitiamo comunque a dar priorità alle altre opzioni.
Come camuffare le password
Vi mostriamo ora un modo col quale, anche se una persona dovesse avere accesso al vostro foglietto (o al password manager), non riuscirebbe a combinare nulla. In gergo tecnico si chiama peppering, “pepare”.
Pepare una password vuol dire metterci il pepe aggiungere una parolina in più1, sempre uguale, in tutte le vostre password SENZA scriverla sul foglio.
Per esempio, mettiamo che la nostra parola sia “SEDIA”. Il foglio recita così (useremo password SCONSIGLIATE solo a scopo illustrativo):
Facebook: ciao123
Twitter: melanzana6
Instagram: girandola90
Se qualcuno prova ad accedere usando queste password, non ci riesce. Perché? Perché le vere password sono
Facebook: ciao123SEDIA
Twitter: melanzana6SEDIA
Instagram: girandola90SEDIA
E il vantaggio è che dobbiamo ricordarci una sola parola. Ovviamente potevamo aggiungerla all’inizio (SEDIAciao123 ecc.), dopo due caratteri (ciSEDIAao123) ecc., a preferenza nostra.
Arrivati qui, sapete come avere password sicure, dove tenerle e addirittura come camuffarle. Vi ricordate il foglio dove vi era stato detto di non scrivere ancora le password? Perfetto, ora scrivete di fianco a ogni sito le NUOVE password che vorreste mettere su quel sito (camuffandole). Se proprio non v’interessa nulla di un certo sito e non avete sopra dati sensibili, ignoratelo ma NON rimuovetelo (a meno che non vogliate cancellare subito il profilo).
Dulcis in fundo, bisogna cambiare le vecchie password con quelle nuove. Per farlo dovete ovviamente connettervi ai vari siti e modificarle dalle loro impostazioni; questa operazione può richiedere più o meno tempo a seconda di quante password dovete modificare, ma non demordete: fatto una volta, non dovrete più preoccuparvene :)
Sicurezza extra: autenticazione a due fattori
Avete presente le O-Key della banca che generavano un codice di 6 cifre prima di ogni passaggio importante? Stiamo parlando esattamente della stessa cosa.
Molti siti hanno implementato l’autenticazione a due fattori (o verifica in due passaggi) ed è caldamente consigliata per quei siti sensibili che volete “blindare”, come la posta (se non usate Gmail) o Facebook (abbiamo visto prima cosa può succedere).
Per inviarci il codice come faceva la O-Key, ci sono due opzioni: via SMS e via app sul telefono. Cercate di evitare gli SMS (comporta dare il numero al servizio) e usate invece app come AndOTP. Non possiamo purtroppo illustrare come impostare l’autenticazione per ogni sito in circolazione, ma vi basta cercare “2FA nomesito” per trovare facilmente qualche guida.
Infine eccoci qui: quando si diceva di prendere il percorso con calma, ci si riferiva soprattutto a capitoli come questo. Una persona con 30 siti importanti ci metterà ovviamente più tempo rispetto a chi di importanti ne ha 5. Tuttavia, provate a vederla da un’altra prospettiva: avete davvero bisogno di tutti quei siti? Ci torneremo tra qualche punto, quando inizieremo a fare pulizia.
Appendice
-
in verità consiste nell’aggiungere caratteri in più, che siano lettere, numeri o simboli (tipo “9Qò(”). Tuttavia, si è voluto semplificare per non rendere la frase troppo complessa. ↩︎