Fuga dal superfluo Quante parti di noi abbiamo lasciato fino a questo momento su internet, tra una registrazione e l’altra su siti di cui non ricordavamo neanche l’esistenza? Poco importa, perché è tempo di riprendercele In parole semplici Intanto, se siete arrivati fin qui seguendo ogni capitolo, ecco un riassunto dei progressi fatti: Avete detto a Google di farsi un po’ più gli affari suoi Avete aumentato la sicurezza dei vostri profili senza bisogno di avere password come 9sdA1l4#[F9d]ù0"klf_fka1£$L@àf Avete detto a Facebook di farsi un po’ di più gli affari suoi Avete rimosso dalla vostra abitazione dispositivi di sorveglianza spacciati per amici intimi Avete imparato a rivalutare il valore delle conversazioni con le persone a cui tenete Avete imparato che molti dei siti che usiamo ogni giorno ci intrappolano in camere dell’eco per farci credere di aver sempre ragione. E come evitarlo per i motori di ricerca Avete risparmiato soldi su licenze Office (e detto a Microsoft di farsi un po’ più gli affari suoi) Avete visto come piccoli gesti possano fare la differenza È importante rendersi conto che non sono azioni da poco, soprattutto in preparazione dell’ultimo capitolo di questa sezione - che richiede tempo e può risultare provante. ...
Percorsoes
Cookie: briciole di internet Come Pollicino seminava briciole per non perdere la strada1, quando navigano su internet le persone seminano briciole per ricordare del proprio passaggio - con la differenza che su internet sono i siti a lasciarle per noi. Queste briciole sono i cookie (lett. “biscotto”). I cookie sono un piccolo contenitore di informazioni che viene salvato nel proprio browser e che i siti usano per salvare delle informazioni riguardo la nostra persona: possono essere utili, per esempio, per ricordare la lingua scelta, gli oggetti nel carrello o l’accesso a un sito, così da non dover rifare tutto al riaprire internet. Al contrario, se usati in modo malevolo possono diventare uno strumento per tracciare gli spostamenti da un sito all’altro: basta che chi vuole tracciarci abbia visione anche sugli altri posti che visitiamo, mista a cattive intenzioni. ...
Non nel mio nome pt.1: F-Droid, il negozio di app trasparente Se pensavate che Play Store e Apple Store fossero gli unici posti dove scaricare applicazioni, è tempo di ricredervi: F-Droid nasce con l’intento di promuovere app libere e senza traccianti In parole semplici Prima di avventurarsi tra i vari siti e i loro cookie, è buona cosa passare per le app che abbiamo sul telefono - e lo faremo con F-Droid. F-Droid è un’app/portale che nasce con l’intento di fornire solo applicazioni libere, gratuite e sicure, con un controllo meticoloso da parte di chi le fornisce. ...
Non nel mio nome pt.2: Chrome i browser, le finestre sulla rete Google Chrome è il browser più usato al mondo, scaricato 5 miliardi di volte sui soli telefoni1. Quanto rispetta la nostra sfera privata? Purtroppo ben poco In parole semplici Si immagini di guardare fuori da una finestra. Delle montagne si stagliano all’orizzonte, una distesa verde si sviluppa ai loro piedi. E scende, dolcemente scende fino a incrociare il passaggio di un ruscello, che le stagioni hanno adornato con… una macchia sul vetro? ...
Posta elettronica usa e getta Volete iscrivervi a un sito senza che questo vi riempia poi la casella di posta? Detto fatto In parole semplici Dall’ultimo capitolo del primo livello dovreste aver capito una cosa: iscriversi a un sito è facilissimo, cancellarsi può diventare un incubo. Quindi perché rischiare di farsi un profilo su un qualsiasi sito quando possiamo prima andare in avanscoperta, senza il rischio di trovarci bloccati nell’ennesima corrispondenza mail per rimuoverlo? ...
Youtube Video in un riflesso C’è un modo per evitare la profilazione di YouTube? E quant’è cambiata la piattaforma in questi anni? Alla scoperta degli specchi In parole semplici Vi abbiamo già raccontato pienamente di come funzioni Google (e YouTube appartiene a Google dal 2006), quindi dibattere per l’ennesima volta sulla privacy e i suoi modi per fare soldi ci pare superfluo. Parliamo, invece, semplicemente di YouTube. Il sito fu creato nel 2005 da tre impiegati PayPal e quello che offriva era semplice: uno spazio per condividere video. Non c’erano i pollici per votare, bensì le stelline (da 1 a 5), la gente si arrangiava con ciò che aveva in casa e fare lo “youtuber” come lavoro non era neanche immaginabile. La gente lo faceva per il gusto di fare, per esprimersi, per mettersi in contatto con altre persone, ma ancora di più per costruire una realtà più “personale” che si distaccasse dalla TV. ...
Google Maps Mappe libere Nonostante Google Maps sia l’app di navigazione per eccellenza - in quanto installata di base su qualsiasi cellulare Android -, al di fuori di essa c’è un mondo creato da altre persone. Letteralmente! In parole semplici Chiunque conosce Wikipedia: un’enorme enciclopedia libera. Libera perché accessibile da tutti, senza costo alcuno, dove chiunque è libero di contribuire. Parliamo del decimo sito più visitato al mondo1, ed è l’unico tra questi ad essere una fondazione (.org. E non un’attività commerciale, .com). Ora immaginate Wikipedia, ma per le mappe di questo mondo: ecco, quello è OpenStreetMap. ...
Bloccare i traccianti di terze parti Abbiamo iniziato questo livello parlando dei cookie1 e di come queste “briciole” che lasciamo per la rete possono essere raccolte e usate per creare un profilo di cosa visitiamo e quindi chi siamo. Purtroppo, però, i cookie non sono l’unica tecnologia che viene usata per questo scopo. In parole semplici Una delle funzionalità essenziali che hanno reso il WWW così popolare è la possibilità di avere parti di siti che vengono caricati all’interno di altri siti. ...
Esodo Un ricordo personale dovrebbe essere un ricordo per sé, da condividere al massimo con le persone care. Eppure, tramite i backup, foto e video passano per terze parti come Google Foto, condividendo i ricordi con l’azienda in questione. Allo stesso modo, contenuti come documenti o fogli di calcolo (magari contenenti informazioni sensibili) passano per Google Drive. In questo capitolo, ci riapproprieremo dei ricordi e della discrezione In parole semplici Come nel primo livello, se siete arrivati qui seguendo ogni capitolo, vogliamo farvi rendere conto dei passi fatti: ...
Compartiche? Abbiamo imparato finora a ridurre il più possibile le possibilità di tracciamento, sia usando programmi di cui possiamo conoscere il funzionamento, sia bloccando elementi come i cookie quando navighiamo su internet. Quello che faremo ora è invece tamponare il problema nel caso qualcosa dovesse andare storto, perché… beh, molto onestamente, può capitare. Succede a tutti infatti di fare errori di distrazione, senza contare che alcuni siti continuano a studiare i metodi più variopinti per tracciare l’utenza da una parte all’altra della rete. E dato che non possiamo umanamente conoscere tutto quello che passa per la testa di questi siti né essere tutti ingegneri informatici per analizzare codice 24 ore su 24, l’unica soluzione rimasta è arginare. E quell’arginare si chiama compartimentazione. ...